Nel gennaio 2011 (11/01/11) ABS ha compiuto il suo 11° anno di vita mentre il mese prossimo sarò io stesso a spegnere l’undicesima candelina di consulenza IT.
E beh ? direte voi. Beh, tutto questo mi serve solo come scusa per scrivere qualcosa sulla consulenza e sulla mia visione dell’ambiente di lavoro ideale. Ed ora ve la sorbite tutta tutta.
Il reclutamento
Ho conosciuto ABS ancor prima che partisse formalmente, partecipando nel lontanissimo 1999 agli incontri che il Politecnico di Milano organizzava tra studenti ed azienda. Cosa che tra parentesi il Politecnico fa ancora benissimo con il suo Career Service e che da allora ha arricchito la propria offerta con una serie di nuovi servizi di orientamento agli studenti.
All’epoca ci parlarono di Extended ERP, di ottimizzazione della Supply Chain e di ebusiness, di consulenza, di progetti e di grandi sfide.
Mi ricordo che durante la presentazione pensai : ma quindi tutte queste sigle ed argomenti non sono solo capitoletti dei miei libri universitari ma cose concrete. Bello.
La consulenza
Già da allora il mondo della consulenza, oggetto affascinante e misterioso per un laureando in ingegneria, mi appariva come un approdo naturale per il mio percorso di studi ma soprattutto per il mio modo di concepire il lavoro. Mi è sempre stato, infatti, difficile immaginarmi in un contesto lavorativo statico in cui “timbrare” il cartellino e far cadere la penna alle 18.00 precise.
All’inizio della mia carriera mi dipingevo la consulenza come uno strumento per trovare sempre nuovi stimoli e nuovi problemi da risolvere.Uno strumento per cambiare spesso scenario e conoscere tante realtà aziendali differenti. Uno strumento per crescere ed imparare velocemente.
E’ stato effettivamente così in questi 11 anni ? In linea di massima penso di si.
Non sono sempre state rose e fiori, spesso ho dovuto spalare più che coltivare profumati fiorellini, ma non in definitva non ho mai rimpianto la scelta fatta.
Ho conosciuto parecchie persone molto in gamba da cui ho imparato tantissimo e molto probabilmente qualsiasi altra scelta inziale non me lo avrebbe concesso.
Una delle cose che provo sempre a trasmettere alle nostre giovani reclute è proprio quello di cercare di assorbire il massimo da chi ci sta intorno. Senza essere fastidiosi o supponenti ma educati e disposti ad ascoltare e mettere in pratica subito quello che si impara.
Lavorare in tanti progetti diversi mi ha consentito di incappare in tanti temi differenti ed in altrettante modalità di affrontarli.
L’importanza di chiamarsi ABS
Nella consulenza l’ambito progettuale spesso annulla, o sminuisce, l’ambiente prettamente aziendale. Lasciando in secondo piano la costruzione di un contesto aziendale coeso e gradevole.
Per fortuna le persone di ABS hanno sempre spinto per far crescere il senso di appartenenza verso l’azienda ed hanno investito tanto del proprio tempo (spesso quello libero) per migliorare l’ambiente lavorativo.
Proprio in questi giorni leggevo su un blog le considerazioni di un lavoratore che si domandava cosa fosse veramente il senso di appartenenza ad una azienda.
Ebbene io non ho una risposta facile facile ma nel mio personalissimo caso vuol dire sposare i principi che il management e l’operato giornaliero dei lavoratori costruiscono insieme.
Vuol dire poter aver fiducia nei colleghi e nei diretti superiori, sicuri che le regole di business aziendali non vengano applicate in contrasto con la professionalità e la libertà del singolo lavoratore.
All’inizio della mia carriera ho dovuto scegliere tra una classicissima offerta dell’allora Andersen Consulting e quella più innovativa e “casereccia” di una ABS all’inzio della propria storia.
Ho sposato la seconda scelta scommettendo sulla possibilità di crescere velocemente e di non essere trattato come uno sterile numero o un’asfittica voce di ricavo in qualche pagina di bilancio.
In questi anni ho assistito al consolidamento della gestione delle risorse in chiave “umana” e del coinvolgimento attivo in tutte le fasi decisionali della vita aziendale.
Il futuro
Tante cose sono state fatte, tante altre sono da farsi. L’importante è riuscire ad investire il proprio impegno per ottenere un ambiente lavorativo sempre più orientato alla massima trasparenza ed alla massima professionalità.
E’ importante soprattutto per costruire le basi per far crescere anche nelle nuove leve il senso di appartenenza all’interno dell’azienda.
Tutto qua, direte voi ? Eh si, ma vi assicuro che aver raggiunto alcune degli aspetti che ho cercato di descrivervi è un obiettivo che tantissime azienda non hanno raggiunto o peggio hanno perso nell’arco di qualche anno.
11 anni fa feci una scommessa, oggi rilancio.
Massimiliano