Think Mobile – with Google

Think Mobile – with Google – Triennale di Milano 26 settembre

Dal nostro inviato Patrick Illarietti:

L’evento organizzato da Google è incentrato sullo sviluppo di applicazioni mobile e orientato principalmente alle aziende ed ai servizi.

La roadmap prevedeva l’inizio del workshop alle ore 14:00 con la presentazione di Richard Hyndman, Android Developer Advocate di Google UK, il quale comincia il dibattito evidenziando il grado di crescita e diffusione di Android nel mondo, sottolineando che attualmente il market place di Android racchiude circa 250000 applicationi e un numero di cellulari Android attivi pari a più di 150 milioni.

L’impostazione del dibattito non è molto tecnica in quanto Richard Hyndman vuole far capire ai suoi ascoltatori come sia possibile trarre profitti e guadagni dal mondo mobile.

Innanzitutto ammette che le applicazioni più scaricate dal market sono quelle free ed in secondo luogo fornisce le best practises per sviluppare un’applicazione Android di successo.

Non bisogna avere fretta di pubblicare l’applicazione sul Market, ma questo deve avvenire solo quando il software è completo e maturo.

Quando lo sviluppatore decide di pubblicare un’applicazione a pagamento, il prezzo richiesto deve essere commisurato a quello delle applicazioni dello stesso settore di mercato.

Il secondo intervento ad opera di Nick Butcher, Android Developer Advocate di Google UK, aveva come tematica principale la user interaction UI in Android ed in particolare nella versione Honeycomb del sistema operativo.

Il titolo della presentazione era “Honeycomb UI Patterns” ed l’obiettivo del relatore era quello di mettere in luce quelli che sono gli aspetti caratterizzanti ed innovativi della release Honeycomb di Android che è la versione di riferimento per i tablet di nuova generazione.

Google definisce l’interfaccia di Android 3.0 olografica, probabilmente esagerando un po’, ma con lo scopo di sottilineare la nuova veste grafica del sistema operativo, che risulta più accattivante grazie alla presenza di elementi 3D, dove le app e le widget sono organizzate su 5 desktop differenti.

Un’altro punto di forza è costituito dalla “Action bar”, grazie alla quale è possibile controllare facilmente lo stato delle applicazioni. La “action barra” è divisa in 3 parti: in quella più a sinistra vengono posizionate tutte le icone relative alle applicazioni in esecuzione; in quella centrale vi è la possibilità di navigare nell’applicazione attraverso dei menù di tipo diverso (label, dropdown o tab) ed infine vi è la sezione dedicata alle “Contextual action” che permettono all’utente di selezionare le azioni che desiderano e che modificano lo stato dell’applicazione.

Nella versione “Honeycomb”, un valore aggiunto è sicuramente garantito dal sistema di notifiche, he tramite dei pop up avvisa per esempio dell’arrivo di un nuovo messaggio su Gtalk in maniera chiara e al contempo non invasiva.

Ascoltare musica attraverso un player multimediale è un’operazione che l’utente può fare attraverso un menù minimale che permette di svolgere le classiche azioni: canzone precedente e successiva, play/pause e alzare il volume.

Le widget nella homescreen possono essere organizzate in diversi modi: in una lista, una griglia o come in una pila (stack).

La gestione dell’orientamento dell’immagine è stata migliorato: l’opzione di default è quella portrait, ma ovviamente è supportata anche la versione landscape. Il passaggio da un’opzione all’altra avviene in maniera automatica quando l’utente ruota il tablet, ma sono state migliorate le strategie con le quali si passa dall’una all’altra. Gli approcci possibili sono stretch columns, show/hide columns, expand/collapse columns e stack columns.

Infine la funzionalità “Drag & drop” è stata raffinata permettendo la visualizzazione di ciò che è stato selezionato e che verrà copiato e le operazioni distruttive verranno evidenziate con maggior enfasi all’utente.

Terminato il secondo talk, entrambi gli esperti rispondono alle domande che sono state inviate degli sviluppatori durante l’iscrizione all’evento.

Qualcuno chiedeva quando sarà rilasciato il codice sorgente della versione 4.0 di Android, altri si chiedevano se con tutti questi linguaggi, sarà possibile un giorno avere un unico linguaggio di programmazione di reiferimento, uno standard insomma.

Terminate le domande, l’agenda prevede la review delle applicazioni che gli sviluppatori hanno inviato al momento della registrazione.

Le idee che sono alla base di queste app sono semplici, ma alcune davvero interessanti.

La prima app riguarda la gestione delle applicazioni dello smartphone e la possibilità di creare shortcut e widget nella homescreen per permettere un accesso semplice e rapido alle proprie applicazioni.

La seconda applicazione presentata realizza la funzionalità di traduttore simultaneo di testo e pagine web. Questa funzione è sicuramente utile, ma dal punto di vista della complessità del software non rappresenta uno scoglio insuperabile in quanto basta sfruttare le API messe a disposizione da Google per ottenere risultati molti simili a quelli mostrati dal simpatico sviluppatore che ha realizzato questa app.

La rassegna prosegue con la descrizione di un simpatico giochino simile a quelli dei premi hanni 80 con una grafica decisamente vintage: lo scopo di chi ha realizzato il game era quello di cimentarsi per la prima volta nello sviluppo di un’applicazione Android e di pubblicarla sul Market per osservare il successo che poteva avere l’applicazione.

L’applicazione che è piaciuta di più e che ha portato al suo sviluppatore la vincita di un telefonino, riguardava la possibilità di scambiera file tra un dispositivo mobile ed un PC attraverso il protocollo wifi.

Il workshop si conclude con un aperitivo sulle terrazze delle triennale e per chi vuole con una visita del museo del design.

 Photo by Johan Larsson

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