Workshop TOFFEE (Tool for Fighting FakEs)

Negli ultimi anni, i social sono diventati il principale motore delle campagne politiche.

La possibilità di parlare direttamente al cittadino, fornendo un messaggio personalizzato, è stata colta al volo da diversi politici, abbattendo le barriere comunicative tra rappresentante e rappresentato. Tuttavia, senza nessun filtro, il cittadino non ha più nessuna la garanzia che il messaggio ricevuto sia veritiero. Alcuni hanno saputo sfruttare questa opportunità, manipolando i contenuti trasmessi e fornendo notizie sempre più lontane dalla realtà, quando non addirittura false.

Esistono anche fattori intrinsechi al mezzo social, come le “Echo Chambers” e le “Filter Bubbles”, attraverso i quali questi fenomeni vengono accentuati, e che permettono ad autentici professionisti della propaganda di approfittare delle “falle” del sistema per promuovere il proprio programma politico.

Lo scorso 24-25 Ottobre, ABS ha partecipato al Workshop TOFFEE (Tool for Fighting FakEs), a Lucca. Lo scopo del workshop è stato quello di mettere insieme ricercatori e professionisti, per condividere tecniche e nozioni sulla lotta alla disinformazione.

La maggior parte degli interventi, ha modellizzato il mondo social con una rete (o grafo), in cui ogni utente rappresenta un nodo, e le sue amicizie sono collegamenti (o archi) della rete. Una volta costruita la rete, si possono compiere diverse analisi.

Per esempio, è possibile capire quali sono i nodi più importanti (chiamati influencers), se esistono delle comunità distinte e polarizzate  e verificare se queste sono delle “Echo Chambers”. E’ anche possibile tracciare la diffusione di una notizia lungo la rete, osservando che le notizie false (rispetto a quelle vere) sono più veraci e hanno quindi una propagazione più vasta e profonda

Per costruire la rete su cui si compiono le analisi serve un’enorme quantità di dati. Attualmente però, solo Twitter offre la possibilità di accedervi. Altre piattaforme, come ad esempio Facebook, non condividono questi dati perché ritenuti sensibili.

Nel corso del workshop si è parlato anche di come fino ad ora si sia optato per una “self-regulation”, cioè si è aspettato che i social trovassero una maniera per controllare la diffusione di fake news. Ad oggi però altri approcci si rendono necessari, e sempre più persone chiedono collaborazioni aperte, per capire, migliorare e verificare quello che è stato fatto finora.

L’argomento è ad oggi materia continua di studio e approfondimenti, e anche ABS guarda a questo mondo con interesse crescente.

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